Ivano Fracena. Il paese e il suo castello
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Ivano Fracena. Il paese e il suo castello
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Abstract
Fortilizio e residenza nobiliare che domina dall’alto tutto il lembo orientale della Valsugana, Castel Ivano oltre che per i valori storici e architettonici è noto, ormai da tre decenni, per le iniziative culturali che vi si svolgono, promosse dall’Associazione Castel Ivano Incontri. Questo libro, che descrive il castello insieme al piccolo territorio di immediata pertinenza, quello del comune di Ivano Fracena, è, si potrebbe dire, una naturale prosecuzione dell’esemplare lavoro di ricerca e divulgazione che l’autore ha dedicato negli ultimi anni a questa parte della Valle e alla conca del Tesino nei due volumi editi fra il 2009 e il 2011 a cura del Sistema Culturale della Valsugana Orientale: uno studio accurato e una dettagliata illustrazione, anche fotografica, delle testimonianze artistiche e delle memorie storiche e culturali condotti secondo il rigoroso criterio della “topografia artistica”. E’ questo un metodo diffuso, più che in Italia, nelle aree di lingua tedesca, dove prende il nome di Kunsttopographie e, come è noto, annovera un esempio illustre nei Kunstdenkmäler Südtirols di Josef Weingartner, opera edita a partire dal 1922 e che ha conosciuto nel tempo numerose edizioni e aggiornamenti; ma in questo senso, a proposito dell’Alto Adige è d’obbligo ricordare anche la preziosa Guida Alto Adige: I Luoghi dell’arte di Gioia Conta (1987-1999). Per quanto riguarda il territorio trentino il lavoro di Vittorio Fabris La Valsugana Orientale e il Tesino rappresenta una vera novità, anche nel metodo, al punto da non avere precedenti per la capacità di descrivere con acutezza d’osservazione e, soprattutto, con attenzione partecipe, l’esteso territorio oggetto della ricerca. All’interno di questa approfondita “topografia artistica” Castel Ivano occupa un ruolo indiscusso e si presenta, grazie anche alla particolare collocazione strategica, come perno storico e visivo dell’ambiente circostante. Ruolo già messo in evidenza da precedenti lavori come quelli di Aldo Gorfer (1987) e di Michelangelo Lupo (1988) e ulteriormente approfondito ora da Vittorio Fabris, che ripercorre le lontane e complesse vicende storiche del maniero, fino al passaggio, subito dopo la Grande Guerra, dai Wolkenstein, i vecchi dinasti già titolari dei poteri giurisdizionali, alla famiglia Staudacher, attuale proprietaria, che lo ha restaurato e valorizzato. In aggiunta agli studi precedenti l’autore dedica, in questo volume, un’attenzione speciale all’analisi delle strutture architettoniche, dell’apparato decorativo compresi gli oggetti di collezione, senza trascurare le importanti testimonianze araldiche. Alla descrizione del castello si affianca quella dei centri abitati di Ivano e di Fracena che giacciono ai suoi piedi e che offrono elementi di interesse non trascurabile in edifici religiosi come l’antica chiesa di San Vendemiano, e l’attuale parrocchiale, relativamente recente, dedicata a San Giuseppe Operaio. A proposito di quest’ultima l’autore osserva opportunamente come il pregevole apparato decorativo realizzato in modo unitario, quasi come “opera d’arte totale”, negli anni Venti del Novecento sia stato nel corso del tempo profondamente alterato e in parte disperso o distrutto.