Samone: la chiesa di San Giuseppe
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Samone: la chiesa di San Giuseppe
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Abstract
La chiesa, dedicata a San Giuseppe, venne eretta per volere della popolazione proprio al centro del paese, a differenza di quella antica di San Donato, sorta in luogo solitario. La costruzione, iniziata nei primi anni del Novecento e interrotta dallo scoppio della Grande guerra, fu ripresa nel 1921 e portata a termine nel 1924 dall’ingegner Annibale Sittoni su disegno dell’architetto Guido Segalla, già autore dell’omonima chiesa di Ivano Fracena. La nuova chiesa, che iniziò a funzionare già dal 7 ottobre 1923, fu consacrata solo nel 1929. L’edificio, poco rilevante architettonicamente e caratterizzato da uno stile eclettico e vagamente storicistico, risulta tuttavia nell’insieme abbastanza accattivante. Conserva al suo interno e, in misura ridotta, all’esterno un prezioso ciclo di affreschi del pittore austriaco Anton Sebastian Fasal (1899 † 1943), eseguito tra il 1926 e il 1929, considerato il capolavoro dell’artista in Valsugana. Diversamente da quanto scritto finora, il Fasal aveva dovuto sostituire Oddone Tomasi (Rovereto, 1884 † Arco, 1929), vincitore del concorso per la decorazione della nuova chiesa di Samone, la prima a essere ricostruita in Trentino, essendo il Tomasi impossibilitato a eseguire il lavoro per motivi di salute. Il concorso venne indetto, con bando del 2 marzo 1924, dall’Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra, con sede presso il Patriarcato di Venezia. La curazia di Samone divenne parrocchia il 4 novembre 1959; primo parroco fu don Ezio Pergher.