Rovine. La Valsugana orientale nella distruzione della grande guerra
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Titolo
Rovine. La Valsugana orientale nella distruzione della grande guerra
Sottotitolo
Con "Il cimitero del Trentino" di Ottone Brentari
Autore/curatore
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Editore
Abstract
Questo libro raccoglie circa 140 fotografie che documentano gli effetti della Grande Guerra sul territorio e sui paesi di un lembo del Trentino, la Valsugana orientale, un tempo cerniera fra Austria e Italia. Da sempre terra di conquista e di passaggio, la valle interessata da questa ricerca ha oggi i propri confini amministrativi nel Compresorio della Bassa Valsugana e del Tesino, ma ritrova nella storia i più forti caratteri di unitarietà, spesso messi in secondo piano dai numerosi studi degli ultimi anni, peraltro pregevoli, nei quali prevalgono le vicende delle singole comunità tolte dal più ampio contesto. Di fronte alla dimensione di fenomeni come la Grande Guerra, che dal 1915 al 1918 ha fatto di questa parte del Trentino il campo di battaglia degli eserciti contrapposti, trattare la zona in modo unitario è in un certo senso un obbligo. Ciò ha imposto una scelta, a volte non facile, fra le circa 300 fotografie messe a disposizione da enti, associazioni e singoli ricercatori. I criteri adottati sono stati diversi. In primo luogo abbiamo seguito la traccia indicata da un testimone oculare, Ottone Brentari, nelle sue “Lettere dal Trentino”. Per conto della Lega Nazionale di Milano, Brentari svolse nei mesi di aprile e maggio del 1919 un’inchiesta sullo stato delle popolazioni redente e sulla ricostruzione, in seguito pubblicata col titolo “Le rovine della guerra nel Trentino”. Nell’autunno dello stesso anno scrisse diverse lettere ai giornali, a membri del Parlamento e del Governo, in seguito raggruppate nell’opuscolo “Lettere dal Trentino”, per lamentare quelle che lui considerava le inefficienze e i ritardi nell’opera di assistenza e di ricostruzione. Le tre lettere che riguardano la Valsugana orientale sono state scritte nei mesi di settembre e ottobre e pubblicate in origine dal giornale “La Perseveranza” di Milano con il titolo “Il cimitero del Trentino”: una definizione che per l’autore ben rappresentava la distruzione provocata dalla guerra. Queste, riprese integralmente all’interno del volume, rappresentano il principale criterio di ordinamento del materiale fotografico, che dunque è stato ripartito in tre sezioni: “Dal Ceggio al Maso” per i comuni di Carzano, Telve, Telve di Sopra e Torcegno; “Dal Maso al Grigno” per i comuni di Scurelle, Spera, Strigno, Samone, Ivano Fracena, Villa Agnedo, Bieno, Ospedaletto, Grigno e la conca del Tesino; “Sulle rive della Brenta” per quanto riguarda Novaledo, Roncegno, Borgo e Castelnuovo. Nel corso degli anni gli storici hanno ridimensionato le denunce di Brentari riconducendole all’interno delle problematiche del nuovo Stato e della rifusione dei danni di guerra. Ciò nonostante le lettere che accompagnano le immagini di questo volume, dettate dall’esigenza di risolvere i più stringenti problemi delle comunità e scritte a macerie “ancora fumanti”, traggono la loro legittimazione dal sentire popolare e dalla disperazione di trovarsi di fronte all’immensità della rovina (basti pensare che i danni subiti dai distretti giudiziari di Borgo e Strigno, rapportati al 2001, ammontano a circa 845 milioni di Euro a fronte dei 2,9 miliardi dell’intero Trentino). Il tema della ricerca ha di fatto escluso le immagini relative alle operazioni militari e, più numerose, quelle che ritraggono le postazioni in alta montagna, gli armamenti, le fortificazioni e i soldati di entrambi gli eserciti. Ci si è concentrati sui centri abitati, muti testimoni degli eventi che funestarono la valle dal 1915 al 1918, visti dal generale (grazie anche alle fotografie aeree gentilmente concesse dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto) al particolare. Tale criterio è stato preferito alla successione cronologica in quanto ha permesso di raggruppare le foto, dove possibile, per zone omogenee all’interno degli abitati. Questo lavoro non ha certamente pretese di esaustività sull’argomento della Grande Guerra e dei suoi effetti nella Valsugana orientale. La sua natura di libro fotografico non gli consente peraltro di trattare compiutamente le vicende belliche, quelle dei civili costretti alla fuga e quelle della difficile ripresa. Vuole essere piuttosto una piccola raccolta di immagini, in buona parte inedite, alla quale si è voluto dare, per quanto arbitrariamente, una certa organicità. Toccherà poi al lettore, se lo desidera, approfondire l’argomento a partire dai testi riportati in bibliografia.