Matteo Boato: il viaggio/travel
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Titolo
Matteo Boato: il viaggio/travel
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Catalogo della mostra tenuta allo Spazio civico Albano Tomaselli di Castel Ivano dal 21 aprile al 28 maggio 2023.
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Abstract
Ho cominciato a dipingere navi nella primavera del 2022 dopo aver lavorato per un anno intero sul tema dell’acqua attraverso il racconto pittorico di barche: piccole barche veneziane e lagunari.
Le grandi navi, i bastimenti dell’emigrazione transoceanica della fine Ottocento e prima metà del Novecento mi hanno sempre attratto per quanto rappresentino: il viaggio, ma soprattutto il progetto di vita, con la speranza di un cambio radicale, il sogno di raggiungere una meta dove vivere bene, lavorare, far crescere la propria famiglia in serenità e darle la possibilità di fiorire. Una vita migliore è l’obiettivo, una nuova casa. Vi è la tristezza per chi e ciò che si lascia ma il desiderio di trovare terreno fertile per se stessi e i propri cari è più forte di tutte le malinconie. Le grandi navi mi ricordano la statua della libertà, mi riportano all’Italia di un secolo fa disperatamente orientata a stare meglio, a non vivere di stenti, ma di possibilità. Le navi mi fanno pensare a mio nonno Angelo che parte da Venezia per l’Argentina con la speranza di lavorare e guadagnare per dare respiro alla sua famiglia, salvo poi tornarsene a casa due anni dopo più povero di prima.
Il sogno è però più forte della realtà a volte, più lucido.
Il sogno è sempre stato il mio motore e per certi versi spero di raggiungerlo e per altri no.
So che un sogno resosi realtà è formidabile, ma ne richiama subito un altro, diverso e più lontano da raggiungere. Il sogno mi dice dove andare, non dove stare.
Tecnicamente i colori usati sono acquerelli per la stesura della nave, china o acrilico per la chiglia, colori ad olio per il mare e le scie. Una sorta di inversione di qualità dove l’acqua è corposa, materica, quasi scultorea, incisa come una realizzazione tridimensionale e le navi invece leggere, traslucide, trasparenti.
Le tinte nascono dal racconto del mio quotidiano: il caffè, le figlie, l’amore, le persone, il tango, lo yoga, la pittura, la chitarra.
La tela si arricchisce di musica. Per me i colori sono di per sé musica, ogni colore nasconde un suono, ogni pennellata un tocco sullo strumento della chitarra, ogni segno un ritmo, un movimento del corpo, una danza.
Il quadro potrebbe far vibrare per risonanza corde interiori e comunicare musicalmente un vissuto, un sogno o un mondo nuovo.
Le scie delle navi raccontano di incontri ed esperienze vissute, una persona blu che entra nel mio quotidiano, un evento che di giallo, verde o rosso mi colora. I segni e i solchi nell’acqua sono un modo per provare a scavare dentro di me, in profondità e far uscire in modo tangibile e materico ciò che ci trovo dentro. Le pennellate, i graffiti e le incisioni mi aiutano ad infiltrarmi e curiosare dietro la facciata delle persone che conosco. Tra le onde c’è la mia nave, cangiante, ogni giorno un po’ diversa, il mio vivere inquieto, pieno di domande, alla ricerca di punti di vista nuovi dai quali osservare la storia e il mondo.
Le navi hanno le onde dentro. Come noi abbiamo il mare.
Matteo Boato